Villa Gioiosa a Lucca

La costruzione della villa ha inizio nel settembre 1915 quando l'architetto lucchese Lelio Menesini chiede al comune di Lucca, per conto del proprietario Lorenzo Sarti, il permesso di costruire un fabbricato sul suo terreno. Nel dicembre 1917, quando già la villa è in fase di costruzione, viene realizzato un piccolo fabbricato destinato a garage, il cui volume, coronato da una terrazza chiusa da pilastrini in getto con ringhiera in ferro, presenta caratteri formali analoghi a quelli della villa, tanto che le decorazioni delle facciate di entrambi i fabbricati risultano armoniche tanto che verranno applicate al garage decorazioni in aggetto simili a quelle usate per le finestrine esistenti in un lato della villa.

 

Dopo aver cambiato più volte proprietà, l'edificio viene adibito a istituto privato per l'insegnamento, utilizzo che mantiene ancora oggi. A seguito di questa nuova destinazione d'uso vengono apportate alcune modifiche con la demolizione di alcuni divisori, la realizzazione di un vano ascensore e soprattutto la chiusura, sia lateralmente che superiormente, dell'area compresa tra la villa e il garage, in modo da creare un ambiente abbastanza spazioso da destinare a sala di danza.

 

Al piano terra, al centro della facciata è il portone d'ingresso in legno, lavorato a riquadri con intagliato il motivo di una foglia e l'iniziale "S", voluta dal primo proprietario, Lorenzo Sarti. Ai suoi lati si aprono due finestre e su tutte e tre le aperture corrono architravi decorati con motivi geometrici e fitomorfi. Le basi delle finestre sono unite da una cornice aggettante formata da una sequenza di foglie. Un'altra cornice unisce le finestre a più di metà altezza ed è decorata con motivi geometrici e ninfee. Sul lato est, in corrispondenza della terrazza al primo piano, esiste a piano terra una veranda chiusa sui due lati da vetrate colorate con profili in ferro battuto.

 

La veranda ha una chiusura inferiore costituita da pilastrini rivestiti in ceramica verde, decorati con un motivo di foglie e intervallati da pilastrini a sezione quadrata in cemento, lavorati con fiori e motivi geometrici. La veranda è chiusa superiormente da un architrave costituita da una fascia di cemento decorato con un bassorilievo raffigurante quattro cervi intorno a un albero. Il prospetto ovest presenta un rigoroso allineamento delle aperture con elementi decorativi identici a quelli della facciata principale.

 

Al primo piano, la cornice marcapiano e quella marca davanzale delimitano una fascia in cemento lavorata a bassorilievo raffigurante una serie di cicogne. Sopra il portone d'ingresso al piano terra si apre un terrazzo che poggia su quattro mensole decorate con foglie e fiori stilizzati e che è delimitato da una ringhiera formata da pilastrini di sezione quadrata rivestiti di ceramica verde uguali a quelli del lato est della terrazza. La porta-finestra che si affaccia sul terrazzo e le due finestre ai suoi lati hanno l'architrave lavorato con elementi fitomorfi e geometrici. Ai due estremi dell'edificio e tra le finestre e la porta-finestra si trovano quattro formelle in maiolica policroma raffiguranti uccelli in volo, fiori e vasi con grappoli d'uva, riquadrate da una cornice di borchie metalliche. L'edificio termina con una fascia sottogronda in maiolica a più disegni sui toni del rosa e del verde, intervallata da mensole lavorate.

 

Tutte le realizzazioni in maiolica sono della manifattura di Galileo Chini.

Itinerario Liberty - Planning and Realization - Stefano Pelosi - www.stefanopelosi.it